Boyond Generations

Nasco in una generazione dove il videogioco è stato sempre visto come un male. Mio padre, mia madre, i miei insegnanti (mia moglie…). Giocare ai “giochini” è sempre stato un comportamento negativo. “Esci a giocare”, “non ti rimbambire”, “la vita è là fuori, non là dentro”, “sono troppo violenti” etc, etc…

Ne capisco le ragioni, ovviamente, soprattutto ora che sono padre anch’io. Ma non le condivido: chi parla dei videogiochi in questo modo, probabilmente non ci ha mai davvero giocato.

Questa, però, è la realtà: per molti, i videogiochi sono inutili, o, peggio, pericolosi. E nel mio mestiere, bisogna fare i conti solo con la realtà.

Microsoft e Sony con le rispettive Xbox e PS5 si sono appena scontrate per il nuovo predominio sul mercato console e la guerra pare appena cominciata.

Soliti spot, soliti muscoli, solite storie. Chi va più veloce, chi ha più titoli, chi spara più in là…

Eppure, in questo panorama così ricco di performance e frame, uno spot mi ha colpito davvero nel profondo.

Guardiamolo e poi parliamone.


Xbox confeziona un’operazione delicatissima, oserei dire “a cuore aperto”.
Un’operazione che cerca di parlare di prodotto, senza fagocitare il concetto alla base di questo bellissimo spot:

ritrovarsi di nuovo insieme.

Altro che cross-platform, qui si parla di cross-generation e lo si fa con un tono, una delicatezza e una competenza davvero straordinarie.

Riuscire a collegare il difficile momento storico, con le difficoltà relative alla sfera familiare, alle ataviche incomprensioni generazionali e al mondo del gaming… beh è uno sforzo immane che necessità di una notevole disciplina nello scrivere.

Ogni passo può essere sbagliato e può inficiare tutto il racconto, rendendolo poco credibile. Ma nello spot in questione ogni punto è descritto con cura e realismo e il narratore non tradisce la fiducia del pubblico portandolo ad un epilogo plausibile ed emozionante.

Il modo di aprirsi del ragazzo con il nonno durante una sessione di Minecraft e confessare le proprie paure, confessare i propri problemi reali mentre si vive un’esperienza virtuale, è qualcosa di intimamente vero e che qualunque giocatore avrà provato almeno una volta nella sua vita online. Esiste una sorta di catarsi, una vera e propria purificazione che nasce dall’essere completamente uniti al vostro partner, mentre si vive l’esperienza di gioco condivisa. Sono momenti speciali dove si entra di nuovo in contatto anche se si è molto lontani.


Generazioni sempre dipinte come distanti, non hanno mai perso la propria fame di socialità, hanno solo cambiato i modi di soddisfarla.

Per chiudere un cerchio perfetto, il copy finale ci fa una bella fatality con la forza di un hadooken 😉

“Quando tutti giocano, vinciamo tutti.”

(Xbox un po’ di più.)

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